Il collettivo Kalashnikov nasce molto tempo fa sul pavimento
sudicio di uno squat milanese come realtà strettamente musicale che ha
poi allargato i rami della propria creatività in altri contesti
autoproduttivi, all’insegna di una sola e pressante necessità di
comunicazione e condivisione. La musica come strumento esistenziale e
mezzo di comunicazione politica: per vivere e viaggiare per l’europa
sul rumore della nostra dissidenza culturale, per approcciarsi
all’esistenza quotidiana in modo vitale e mai
pacificato.
sudicio di uno squat milanese come realtà strettamente musicale che ha
poi allargato i rami della propria creatività in altri contesti
autoproduttivi, all’insegna di una sola e pressante necessità di
comunicazione e condivisione. La musica come strumento esistenziale e
mezzo di comunicazione politica: per vivere e viaggiare per l’europa
sul rumore della nostra dissidenza culturale, per approcciarsi
all’esistenza quotidiana in modo vitale e mai
pacificato.
In questi anni, il collettivo ha prodotto dischi, nelle vesti di
etichetta/distro DIY, cose proprie e di gruppi di amici, secondo
logiche di affinità e condivisione; ha partecipato ad alcuni
sommovimenti sociali della propria città (Milano, difendersi o morire)
nelle vesti di documentaristi improvvisati, con i video "Queste vetture
non partono" (bilancio degli scioperi selvaggi dei lavoratori
dell’azienda dei trasporti milanese del 2003) e "L’assemblea rimane
aperta" (testimonianza dell’occupazione dell’università statale di
Milano nel 2006); è stato coinvolto nell’ultima fase della vita
politica e artistica del CSOA Garibaldi di Milano, storico spazio
dell’Autonomia che oggi non esiste più.
etichetta/distro DIY, cose proprie e di gruppi di amici, secondo
logiche di affinità e condivisione; ha partecipato ad alcuni
sommovimenti sociali della propria città (Milano, difendersi o morire)
nelle vesti di documentaristi improvvisati, con i video "Queste vetture
non partono" (bilancio degli scioperi selvaggi dei lavoratori
dell’azienda dei trasporti milanese del 2003) e "L’assemblea rimane
aperta" (testimonianza dell’occupazione dell’università statale di
Milano nel 2006); è stato coinvolto nell’ultima fase della vita
politica e artistica del CSOA Garibaldi di Milano, storico spazio
dell’Autonomia che oggi non esiste più.
Chi fosse interessato a condividere progetti con noi non deve fare altro che dircelo:
ste-k-at-tele2.it / sartamemy-at-libero.it