Ladies and gentlemen: Ruggine #0 all’hackmeeting!

ruggineFinalmente è uscito dalla tipografia il primo numero di Ruggine!

Potete già trovarlo nelle distribuzioni piu’ fortunate:

Roma Radio Copydown

Savona Salterò Autoproduzioni

Firenze NEXTEMERSON

Bergamo Tanti saluti e baci tantisalutiebaci @ autoproduzioni.net

Torino Escape From Today

Se invece vi trovate dalle parti di Palermo venite sabato 27 (sera) alla prima presentazione all’hackmeeting (e venite all’hackmeeting in generale!).

Se riuscite ad accaparrarvene una copia ci fara’ piacere ricevere critiche e commenti a questo indirizzo collanediruggine @ autistici.org (ah sì… lo sappiamo gia’.. la numerazione dell’indice e’ spostata di due pagine in avanti, ci scusiamo per l’inconveniente 😉 

il pdf con la versione integrale sara’ online il prima possibile (quando la smettiamo di ingozzarci di cannoli qui a Palermo!). 


Coproduci Ruggine!


Collane di Ruggine
è un progetto che tenta di utilizzare il metodo della
coproduzione diy musicale per pubblicare contenuti di carta.

Il nostro modo di vedere il precipizio e la sopravvivenza sta nel nostro
respiro, la musica è solo una faccia del dado, un’altra faccia è fatta
di parole scritte. Scriviamo di tecnologie assetate, di paradossi quotidiani, di
scenografie immaginarie. L’affanno ansioso dei giorni che viviamo ci
spinge al surreale racconto delle quotidiane miserie.

coproduci ruggine

 

 

Collane di Ruggine sta per pubblicare il primo numero di una rivista:
Ruggine.
Raccoglierà tutto questo, forse magari anche di più.

Se avete voglia di coprodurre con noi questo primo numero, o di aiutarci
a comporre il prossimo, fateci un fischio alla mail
collanediruggine-at-autistici.org

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  • circa 90 pagine 
  • brossura a modino 
  • colori fuori, non dentro 
  • circa 1,50 euro a copia 
  • stampa a fine agosto, consegna inizio settembre 
  • copertina di PaperResistance
  • disegni di Duca, Fre’, Steampunk Magazine….

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Molti dei contenuti sono già disponibili su questo sito.

Per tutti i dettagli scrivete!

Finora i coproduttori di Ruggine sono: Salterò Autoproduzioni, Autistici/Inventati, Dizlexiqa, Kalashnikov, csa NextEmerson, Stramonio distribuzioni, Radio Copydown, Escape From Today, Nois3lab.v4, Tantisalutiebaci.

.

 


Radio Copydown

roadiocopydown
Contatti: http://radio.copydown.org –  radiocopydown-at-inventati.org.

Dal 6 settembre è cominciata la terza stagione di RadioCopyDown, trasmissione di RadiOndaRossa in diretta dalle 23.00 in poi di ogni giovedì sugli 87.9 in FM, oppure in streaming sul sito della radio. Autoproduzioni no copyright e copyleft,
diritti digitali e altro ancora sono gli argomenti di quest’ora/ora e
mezza di musica e parole, con oscillazioni preoccupanti tra il serio e
il faceto…

E ora un po’ di coordinate. Se volete entrare in contatto con noi è sufficiente scriverci una mail; invece qui
trovate l’archivio delle puntate delle passate stagioni (è incompleto,
ma fateci il callo: siamo pirati, non saremo mai ordinati militari).
Sempre su CopyDOWN trovate altre news e approfondimenti dalle comunità on line che ruotano intorno alle due mailing list: CopyDOWN e (L)eft.


Le visite domiciliari…

 "Le visite domiciliari sono riservate solo ai pazienti ipocondriaci, ai
malati immaginari, a chi ha voglia di alzarsi dal letto per andare a
lavorare"*

Da circa due ore attendevo su una sedia scomoda, in un corridoio
disadorno insieme ad una popolazione di anziani e future mamme. In fondo
al corridoio due carpe in chimono stavano sorseggianodo un the’ sedute
intorno ad un tavolino. Con aria annoiata muovevano pedine sulla
scacchiera del go. La porta in fondo al corridoio si apri’ ed un vento
gelido si insinuo’ nella stanza accompagnato da una voce suadente

"Chi e’ l’ultimo ?"
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Onorevole morte di un demonio

Nell’entrare in quello stanzone pieno di corpi ebbi la sensazione che qualcosa fosse terminato,
credo provai quello che le creature piccole e infime realizzano mano a mano che si avvicina la morte, la fine del loro tempo. Ma per noi il tempo non aveva mai avuto un significato preciso, erano il tempo degli altri, i limiti degli altri, le morti degli altri. Il tempo era un giochino, un divertissement. "Sisifo porterai il masso su e giu’ per sempre". E Sisifo, che pure e’ il mio preferito, soffriva e piangeva, e spingeva il macinio, che ricadeva e cosi’ di nuovo, per sempre. Ma quell’eternita’ era tale solo per loro. Per me tra l’istante e l’eterno non trascorreva che una quieta immobilita’. Certo quello stanzone ora cambia tutto. La madre era li’, stesa al suolo. Dopo aver colpito a morte il proprio seviziatore si e’ uccisa strappandosi la lingua con un morso, morendo soffocata dal proprio sangue. Era stanca di essere violentata dalla Spirito Santo, il grande burattinaio, il terzo incomodo, il vero padre. Il figlio era un presuntuoso, e l’avete ucciso voi, tanto tempo fa, inventandovi poi la sua risurrezione per lenire il vostro senso di colpa. Il padre, si fa per dire, Dio, e’ morto di tedio e di ignavia. Vi creo’ e per distinguersi da voi schiavi del tempo, si isolo’ in una teca di immobilita’, dove le sue ossessioni lo divorarono. Voi siete il frutto delle sue paure. Voleva altri angeli, ma la sua incapacita’ ha prodotto soltanto voi. Gli angeli sono tutti morti, di stenti. Si nutrivano della luce divina. Sono sopravissuto solo io, perche’ della sua luce avevo imparato a farne a meno da tempo.
Ma forse non dovreste credermi.
Io sono l’ingannatore. Parlo una lingua che potete capire, ma non sempre vi dico la verita’. Credetemi pero’, quando vi dico che qui non c’e’ piu’ nessuno. D’altra parte lo sapevate da tempo. Quando senti’ avvicinarsi la fine dell’immutabile, nella sua immensa idiozia mando’ un cavallo ad avvisare un araldo nella citta’ che celebra il toro con il proprio nome. Quell’uomo vi annuncio’ che dio era morto.

Anch’io sono stanco. Voi pure dovreste esserlo. Conoscete il teatro kabuki ? Io ne sono un grande ammiratore. Di norma rappresenta fatti accaduti da poco, di ordinaria drammaticita’. Usa poche parole. E per noi che giochiamo col tempo, potrebbe raccontare cose che accadranno tra poco.

La mia voce mi riesce sempre piu’ insopportabile.

Steso in terra su un piccolo palco vi era un tappeto amaranto, la sala era illuminata da candele e lampade ad olio, che animavano giochi di ombre sulle pareti scarne. Il luogo era disadorno e asettico come l’animo dei due presenti. Alla sinistra e alla destra del tappeto vi era posto per i testimoni. Ma non era rimasto piu’ nessuno. Erano disposti sette soffici cuscini per lato, e erano vuoti.
Lui indossava un haori con finiture in oro. Con passo severo si diresse verso il piccolo palco e prese posto in ginocchio, al centro del tappeto. Dietro di lui, il kaishaku, il gentiluomo che gli avrebbe mozzato il capo. Rivolto ai sette assenti di ogni fila di cuscini, pronuncio’ poche e semplici parole
"Io sono l’ingannatore e il grande mentitore. E io vi dico in tutta sincerita’, che voi siete innocenti. Io, ed io soltanto, ho colpa di tutto. Per questo crimine io mi uccido e prego voi presenti di farmi l’onore di essere testimoni del mio atto".
La bocca si piego’ in un sorriso, appena accennato, timido, muto’ in un ghigno, passando per tutte le possibili sfumature del riso, fino al pianto, prima leggero, una pioggerellina, poi il tuono, il lampo, e l’ira. Tutto il corpo prese fuoco, per una molotov confezionata male ed esplosa ancora in mano. L’ansia attraverso’ la parte sinistra del volto, mentre sulla destra divampava un profondo orgasmo. Vennero’ l’angoscia e l’abbandono dell’amante, la solitudine fece tremare gambe e braccia. Si rannicchio’, proteggendosi la testa. Pestato a sangue e trascinato su una volante, fu scosso di paura e terrore, mentre lo sguardo divenne fiero e ostinato. Si affloscio’ al suolo. Nella noia. Gli occhi si spensero nella banalita’ del quotidiano, le palpebre a mezzasta di mezza pillolina presa solo per dormire, tra il lavoro e la tv. Si irrigidi’, poi si rilasso’ e nulla di lui fece piu’ trasparire alcunche’. Fece cadere l’abito fino a scoprire il ventre, infilo’ le lunghe maniche sotto le ginocchia e con un gesto deciso ricongiunse gli amanti. La lama accarrezzo’ la parte sinistra del ventre, ma in quanto lama non pote’ fare a meno di lacerarla, il ventre si
apri’ a quel contatto e lei sprofondo’ all’interno. Lentamente si sposto’ a destra, ed il ventre l’accolse, sempre piu’ dentro di se’. La lama giro’ e incomincio’ a salire, tagliando, verso il cielo. Lui sporse il collo, in attesa di una carezza.
Sisifo spinse il masso fino alla cima, come ogni volta. Ma le braccia erano piu’ pesanti del solito, troppo pesanti e Sisifo le lascio cadere, morbide e senza controllo, con un gesto ampio, che nasce dalla punta della katana e termina oltre. E cosi’ la testa fu recisa dal tronco, ed il macinio rotolo’, giu’ in basso, per l’ultima volta.