Reading a Vicenza

Domenica 28 agosto 2011, nell’ambito di LibriamOFF!, la sezione alternativa del festival letterario Libriamo di Vicenza, presenteremo Ruggine al laboratorio di Elemento di Disturbo, in Contrà S. Caterina 62 a Vicenza.
Ecco il programma completo della giornata:

  • h. 16-19 – esposizione permanente di editoria artigianale, autoprodotta e indipendente e gelateria vegan.
  • h. 17 – serigrafia flash di “Antonio Fogazzaro giovine scapigliato” (porta la tua t-shirt o la tua borsa di stoffa e i ragazzi del Laboratorio ti faranno al momento la stampa con la grafica di “Fogazzaro Libriamo2011”).
  • h. 18 – Presentazione del progetto di autoproduzione editoriale Collane di ruggine e della rivista di letteratura fantastica radicale Ruggine. A seguire reading di racconti con accompagnamento musicale.

Qui il programma completo di LibriamOFF!


Scarica Ruggine 3

Ruggine 3 è ormai in distribuzione: il progetto su Produzioni dal basso è andato a buon fine e le copie sono state spedite a coproduttori e abbonati. Finalmente troviamo anche il tempo di pubblicare la rivista online: speriamo che vi piaccia e ci scusiamo del ritardo.

Ecco il pdf da leggere a schermo, un pdf ad alta risoluzione per la stampa e infine anche un epub molto sperimentale da usare sugli ebook reader.

Abbiamo realizzato l’epub con questo plugin su LibreOffice, ed è stato piuttosto facile, anche se siamo sicuri che si può fare di meglio. Se qualcuno ha suggerimenti, gliene saremo grati.

Intanto, se volete procurarvi la vostra copia cartacea, potete abbonarvi scrivendo a collanediruggine @ inventati . org (qui i dettagli sugli abbonamenti).

E se poi pensate che i racconti che scrivete e/o le illustrazioni che disegnate ci starebbero bene su Ruggine, mandatecele al solito indirizzo, collanediruggine @ inventati . org


Registrazione audio Hackit 2011

Ecco la preziosa registrazione audio della presentazione di Ruggine ad Hackit 2011. Mille ringraziamenti alla signorina K. che ci ha registrato con tanto amore, ai musici, ai lettori, allo strillone, all’interprete e alla comunità di Hackmeeting tutta 🙂

La presentazione è divisa in 17 tracce, ognuna un brano e/o un pezzo musicale.

[Indice]

01020304. Editoriale n3 (ahimè manca l’inizio)

05. Villa Caterina

06. stacco contrabbasso

07. Zucchero

08. Leccio

09. Amado mio

10. Le corde vocali

1112. Ritorno al matese + L’interrogatorio di Caserio

13. Il compleanno

14. Bar centro

15. Manicure

16. Navi fantasma

17. Ombre in tasca

Link diretto alla pagina su Arkiwi —> http://nbl.gs/6Ou


Coproduci Ruggine 3!

AGGIORNAMENTO: Il progetto su Produzioni dal Basso è andato a buon fine e Ruggine n.3 è in distribuzione. Grazie a tutti i coproduttori che hanno sostenuto il progetto.
Per ricevere copie dell’ultimo numero e degli arretrati o per abbonarvi, scrivete a collanediruggine @ inventati . org

Ruggine n. 3 è in stampa. A dire il vero, una prima tiratura minima è già uscita, per un’anteprima questo weekend a Firenze in occasione di Do It Your Trash 3.0, il festival sull’uso e il riuso dei rifiuti che si tiene da tre anni al nEXt Emerson e che vi consigliamo caldamente.

Le copie inizieranno a girare per il mondo anche grazie ai nostri coproduttori, e prima o poi raggiungeranno tutti i punti di distribuzione, ma se ci tenete a prenotare la vostra copia, dando anche un aiuto al progetto, potete farlo da subito su Produzioni dal Basso o tramite un abbonamento.

Un altro sistema per sostenerci è Flattr, un servizio di micropagamento che permette di versare somme minime ai progetti che più vi piacciono. Per farlo, dovete crearvi un account su Flattr.com e seguire le istruzioni, dopodiché, quando il vostro account sarà attivo potrete semplicemente cliccare sul pulsante “Flattr This!” nel pannello laterale del blog o visitare questa pagina e cliccare sul pulsante. Naturalmente tutti i fondi che riceveremo verranno utilizzati per la stampa di Ruggine.

Se poi volete presentare Ruggine nella vostra città o avete un punto vendita da proporci, contattateci all’indirizzo collanediruggine @ inventati . org

Grazie per il vostro sostegno rugginoso 🙂


Anna. Una storia di comune precarietà

«Ah, vuoi aspettare, eh? Vediamo se è vero». Ghigno beffardo, le dita scivolano, il vestito troppo sottile.

Anna guarda il recinto del campetto di calcio deserto, il cielo troppo azzurro, passivo, impassibile. Dietro di lei la porta del ristorante è lontana, nascosta dietro un muro di cemento scrostato. Solo un uccello cammina sul filo della luce sopra la sua testa. Anna lo segue con lo sguardo, ma non ha la forza di scappare. E nemmeno di resistere. Alla fine se l’è voluta. Non c’è bisogno che glielo dicano gli altri. Se lo dice da sola.

Al Tufello, si è fatta portare, praticamente in campagna. Campi incolti, palazzi troppo lontani, Anna neanche lo sa, dove sta il Tufello. Quando è arrivata a Roma pensava di aver preso in mano il suo destino, le pareva di stare in un film. A New York con le torri gemelle, a Cinecittà con Alberto Sordi, al tavolo di un’osteria, assieme a Pasolini e a Laura Betti. Il centro del centro. La sua vita a quel punto doveva cambiare, per forza.
Quando era piccola i toni del nonno che parlavano dei parenti lontani glielo avevano fatto capire subito: se vai a vivere a Roma hai svoltato. Certo, anche quelli che stavano a Padova erano da invidiare. A Milano e a Torino no: lassù ci andavano solo i poveracci, a sgobbare nella nebbia con la schiena curva e gli insulti dei settentrionali, ma comunque bastava andarsene via dal paese e dal Sud per sistemarsi. Una certezza. Quando Anna era bambina.
In ogni caso, la certezza più grande era Roma: se arrivavi nella capitale voleva dire che eri qualcuno, per sempre. E allora potevi anche aiutare la famiglia, che ti mandava le mozzarelle e il vino buono una volta al mese dalla campagna.

Così alla fine a Roma Anna ci è andata, e si è sentita tutt’altro che svoltare. È da un anno che ci vive, e conosce solo la Linea B. Ci ha viaggiato solo in un senso: Rebibbia-Piramide, Piramide-Rebibbia. Poi il trenino per Ostia e nient’altro.
I primi giorni prendeva gli autobus apposta, per vedere il panorama, e ogni tanto si faceva pure due fermate a piedi, per guardare da vicino il Colosseo, i Fori Imperiali, piazza Venezia, correndo al lavoro.
Ma durava poco: il giorno dopo ricominciava il trantran, Anna scendeva le scale della metropolitana di corsa e si rituffava nel suo incubo quotidiano. Circondata da una calca di persone, si sentiva come nel deserto. Sfiorava giacche, braccia, zaini, borse della spesa, inciampava in cani e bambini, veniva trascinata dalla folla, controllava che nessuno le mettesse le mani addosso o in tasca, corpi su corpi su corpi. Ma le sembrava che nessuno potesse toccarla. Gettarla a terra sì, calpestarla, ma le mani, gli occhi, non esistevano, rifuggivano il contatto. Continue reading